domenica 5 luglio 2015

AUGURI ALLA GRECIA DEMOCRATICA!

I have a dream: la vittoria del No nel referendum della Grecia. La sento come il primo passo verso una nuova democrazia europeo-mediterranea. Il Mediterraneo, il mare in mezzo alle terre, potrebbe realizzare l’immagine di Platone (Fedone): noi abitiamo le nostre terre come «rane intorno allo stagno». Se le classi dominanti europee avesssero consentito la pacifica convivenza delle rane, e non si fossero comportate come caimani, sempre in agguato e pronti a trasformare i vicini in prede appetitose, oggi non vivremmo l’angoscia dei migranti. Il Mediterraneo non sarebbe mai tornato ad essere il Mare Nostrum dei romani, con il colonialismo e relativa spoliazione delle terre meridionali dello “stagno”.


Certo questo mio sogno è difficile da realizzare. Ma in alternativa ne ho anche un altro, questo sì angoscioso, legato alla eventuale vittoria del . Personalmente leggo questa eventualità come la fase decisiva della fine della democrazia europea, avviatasi con la fine dei Trent’anni gloriosi (così definisce Fourastié gli anni del boom economico, 1945-1974). Da allora è iniziata quella crisi della democrazia (la Crisis of democracy, sognata e progettata dalla Trilateral Commission) che oggi ci vede sull’orlo di un baratro. Un baratro che non nasce con le modalità dell’esplosione di un vulcano, ma con la scivolosità di una frana. Una modalità certo non meno angosciosa, che mi riporta alla mente le immagini una frana calabreese (Maierato) di cinque anni fa, splendidamente illustrata su You Tube:




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